La moda diventa sempre più sostenibile: dalla svolta di Armani, che ha eliminato le pellicce animali e punta su tessuti non impattanti, ad Aurim

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    MILANO – L’idea di sostenibilità di Giorgio Armani si incentra sulla qualità dei tessuti, sul riciclo e sulla capacità dei prodotti di diventare rifiuto il più tardi possibile. Per il grande stilista italiano la moda deve essere meno consumistica e meno usa e getta: deve “rallentare”. Sono concetti sciorinati in una lettera a  Women’s Wear Daily. La prima cosa concreta che ha fatto Armani è l’eliminazione delle pellicce animali dalla sua produzione investendo contemporaneamente sulla ricerca di materiali alternativi e poco inquinanti.  Nelle collezioni A|X Armani Exchange tanti capi vengono realizzati in denim riciclato, mentre alcune borse della linea Emporio Armani sono in fibra di cuoio rigenerata. Ultimamente la grande casa di moda italiana ha introdotto una selezione di giacche con imbottitura in ‘fiocco di cashmere’ anziché in piuma d’oca.

    Armani punta sull’economia circolare nelle produzioni: le collezioni sportive nascono attraverso  un tessuto interamente ricavato dal recupero di poliestere da bottiglia. L’Armani sustainability project va avanti. Tante aziende seguono l’esempio,  anche nel campo dell’arredamento. C’è chi ha messo al centro della propria produzione materiali alternativi e riciclati, con filati naturali ed ecosostenibili in lino e cotone, nuove fibre tecnologiche come il polipropilene, microfibre smacchiabili ed idrorepellenti, valorizzati da coordinati stampati e dal sentimento vintage, come fa il noto brand Aurim. Pasquale Auriemma, leader nella tessitura, con 6 fabbriche di tessuti nobili, è già a buon punto nella grande svolta “green”. Il riciclato per la moda e l’arredamento, con tutte le novità della ricerca di aziende come Aurim, si potranno ammirare al Salone Internazionale del mobile a Milano. La svolta ecosistenibile è ormai realtà nel mondo della moda e dell’arredamento. Non si torna più indietro.