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Caro energia, fondi della Regione Puglia per l’autonomia energetica. Intanto Cerano torna a carbone per colpa dei “no” e dei ritardi sulle rinnovabili

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PUGLIA – In Italia siamo abituati ad affrontare i problemi solo nel momento in cui esplodono delle crisi internazionali. Oggi ci svegliamo nel bel mezzo della guerra del gas e cominciamo a correre per incentivare l’autonomia energetica delle imprese. Per la verità la Puglia è stata sempre sensibile al tema delle rinnovabili, ma la burocrazia ha frenato tantissimi progetti. L’Assessorato allo Sviluppo economico pugliese sta sostenendo famiglie e imprese nella corsa all’autonomia energetica. È cominciata la corsa che solo un governo romano forte e autorevole potrà agevolare tenendo a bada i troppi “no” delle Soprintendenze.

“I rincari di luce e gas impongono ad ogni istituzione scelte strategiche che vanno nella direzione del sostegno alle imprese e del sostegno alle famiglie – spiega l’assessore Alessandro Delli Noci – La Regione Puglia si muove da mesi in questa direzione. Già lo scorso marzo, infatti, attraverso la modifica di una misura centrale come quella del Titolo II Capo 3  (rivolto alle Pmi del commercio, dell’artigianato e del manifatturiero) abbiamo puntato sull’autonomia energetica delle aziende messe in ginocchio dai costi sempre più insostenibili dell’energia”.

Grazie alle modifiche, per la prima volta, la Regione Puglia ha dato alle imprese la possibilità di presentare un programma di investimenti che prevede la realizzazione di un impianto di produzione di energia da fonte rinnovabile, come unico intervento. Nel 2022 il numero di domande inviate tra aprile e luglio ha subito un incremento del 63% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo conferma che la misura risponde perfettamente ai bisogni degli imprenditori. “Ovviamente siamo al lavoro per una ulteriore misura che incentivi l’utilizzo di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo energetico – spiega l’assessore  – Tutte le istituzioni hanno il compito di muoversi in questa direzione. Voglio fare un plauso all’iniziativa della Camera di Commercio di Lecce che, attraverso un bando innovativo, ha scelto di sostenere le imprese salentine vittime del caro energia. L’augurio è che anche gli altri enti camerali la facciano propria considerandola una buona pratica”.

INTANTO CERANO TORNA A CARBONE. AMATI: “COLPA DEI ‘NO’ A TUTTO”

Da quando è scoppiata la guerra del gas voluta dalla Russia di Putin stiamo facendo tanti passi indietro, costretti dalla crisi e dai troppi ritardi sulle rinnovabili. Torna a pieno regime il carbone alla centrale Enel di Cerano e la responsabilità di tutto ciò è chiarissima, secondo il consigliere regionale del Pd Fabiano Amati: l’ideologia “no-a-tutto a discapito del programma sì-con-giudizio”. “Spero che duri pochissimo e per questo confido sul mercato, considerato che il prezzo dell’energia da carbone è ormai superiore a quello da fonti rinnovabili, e sulla straordinaria capacità tecnica di Enel e dei suoi uomini – dichiara il presidente della Commissione Bilancio e programmazione – Ovviamente sarò molto attento a monitorare le attività, per fare in modo che tale novità non superi mai alcun parametro legale di sicurezza a presidio della salute delle persone. La giusta lotta contro il carbone e i suoi effetti inquinanti ha purtroppo trovato l’ostacolo di persone che per motivi politici hanno istigato le paure della gente in buona fede, sabotando tutte le iniziative di differenziazione delle fonti e dei fornitori.

C’è voluta la guerra, incentivata dalla prepotenza di un dittatore consapevole di avere in pugno il mondo per la fortuna di possedere le materie prime, a sbattere in faccia la realtà e il mondo d’illusioni in cui eravamo stati spinti attraverso mortifere ideologie. Una lunga sequela di no, in particolare alle infrastrutture per la produzione di energia da gas e fonti rinnovabili, messa in scena per infondati motivi ambientali e paesaggistici, ci ha riportato con il carbone in casa. Amaramente.

L’unica fortuna per tornare rapidamente al mondo senza carbone, tuttavia, consiste nell’ambientalismo delle leggi del mercato e con i programmi Enel di spegnimento della produzione a carbone. Infatti: allo stato non risultano modificati i programmi Enel nel processo di riconversione, né mi sembra vi sia questa intenzione, e sarà di grande aiuto l’impennata del prezzo del carbone, per cui il mercato sarà complice della prospettiva ambientalista, rendendo più conveniente la produzione da fonti rinnovabili, così com’è già oggi. Il tutto alla condizione che tacciano per sempre i no-a-tutto anche sulle rinnovabili, per ciò intendendo in particolare l’eolico offshore”.