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Un futuro di boschi verticali per le nostre metropoli? A Milano il primo passo. Protezione dal surriscaldamento e dalle polveri sottili

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MILANO – C’è una nuova architettura, rispettosa dell’ambiente e della biodiversità, che avanza nelle grandi metropoli e che può cambiare il volto delle nostre città. Il primo caso di nuova architettura green nelle grandi città, dominate da cemento e acciaio, è il “Bosco Verticale”, che sorge nell’area Porta Nuova, a Milano, formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte, 15.000 piante perenni e 5.000 arbusti). Un polmone verde che si sviluppa in maniera verticale: è questa la soluzione spaziale trovata dall’ideatore, progettista e architetto Stefano Boeri, con una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana. Una risposta green all’emergenza climatica anche sul piano del surriscaldamento: al contrario delle costruzioni metropolitane, totalmente in vetro o pietra, lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari, ma li filtra, generando un accogliente microclima interno senza effetti dannosi sull’ambiente. Una risposta contro lo smog cittadino perfetta, perché il verde che si arrampica e abbraccia i palazzi “regola” l’umidità, produce ossigeno e assorbe CO2 e polveri sottili.

L’idea di un bosco nel cuore della città, laddove lo spazio per un polmone verde sarebbe stato inesistente, e la grande intuizione dell’architettura Green.  Le due costruzioni residenziali, costruite tra il 2009 e il 2014 inducano una strada possibile: un percorso che potrà migliorare l’aria le nostre città. Se è vero che abbiamo bisogno di rigenerare il pianeta piantando milioni di alberi, abbiamo scoperto che è possibile accoglierli tra il cemento delle nostre città. Boeri ebbe l’ispirazione nel 2007 a Dubai, osservando le decine di torri e grattacieli, che ne fanno una “città minerale”, che imprigiona il calore ed è davvero poco sostenibile. Ecco perché il noto progettista ha pensato a delle torri rivestite di alberi, foglie, arbusti e piante. Il bosco verticale, come ha detto Peter Cachola Schmal, direttore del Deutsch Architekturmuseum e membro della giuria che ha conferito uno dei tanti premi che celebrano il “Bosco Verticale”, “è un’idea coraggiosa e radicale per le città di domani”. Siamo pronti a trasformare le nostre torri “minerali” in boschi che si sviluppano in alto? Si può fare anche con le abitazioni del ceto medio? Istituzioni e nuova architettura green sapranno trovare delle risposte capaci di costruire un habitat migliore per l’uomo “metropolitano”: ne siamo certi!