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Si allargano i divieti di pesca e le riserve naturali, da Lago Maggiore a Torre Guaceto in Puglia: meno 41% di mammiferi marini a causa dell’uomo

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Uno dei pesci tipici provenienti dal Po

Da nord a sud le aree marine protette e le riserve naturali speciali garantiscono equilibrio, salvaguardia della biodiversità e dell’habitat marino, dei laghi e dei fiumi. La cultura del mare, del lago e del fiume continua ad essere promossa con iniziative domenicali, visite, escursioni, degustazioni e percorsi sensoriali unici. L’obiettivo è raccontare i preziosi tesori naturali di cui gli italiani sono in possesso e insegnare il “rispetto degli equilibri dell’acqua”. Sull’isola Pescatori di fronte al Lago Maggiore è stata una domenica all’insegna dei cibi tipici e della natura. La 5º edizione della manifestazione “Gente di Lago e di Fiume” racconta lo sforzo nel raggiungere un equilibrio tra rispetto dell’ambiente e produzione ittica e agricola. La pesca non può più essere quella del consumo, dell’aggressione violenta agli equilibri delle nostre risorse naturali. Le aree di protezione speciale stanno consentendo di salvaguardare le ricchezze marine e acquatiche. È il tempo dell’intransigenza per quanto riguarda la pesca. All’interno del Lago Maggiore non è ammesso pescare nei pressi della riserva Naturale Speciale: è necessario avere il libretto segnacatture “Lago Maggiore” (gratuito) e munirsi del permesso da natante. Le regole sono rigide e le intenzioni sono quelle di allargare le aree di protezione, proprio come avviene in tante riserve naturali anche in Puglia.

L’iniziativa domenicale gente di lago e di fiume sull’isola dei Pescatori

MENO PESCA, PIÙ SOSTENIBILITÀ A TORRE GUACETO (BRINDISI)

La conferenza a Torre Guaceto (Brindisi)

Aree Marine protette, sostenibili e convenienti. È questo il titolo del convegno organizzato nell’ambito del Salone Nautico di Puglia presso il quale il Consorzio di Gestione di Torre Guaceto ed il WWF hanno presentato i risultati del progetto Mava che porterà alla nascita di nuove zone di protezione.

I lavori di progetto sono andati avanti per quasi due anni. Partendo dall’assunto che il mare Mediterraneo è in forte sofferenza, enti internazionali (AGIR, HCMR, LIFE, MedPAN, NGB, SPA/RAC, BlueSeeds e WWF) si sono messi insieme per mettere in campo azioni utili al miglioramento delle condizioni di salute del polmone blu.
Nell’ambito delle analisi preliminari si è rilevato che l’impatto negativo esercitato dalle attività dell’uomo sul mare ha portato ad una riduzione del 41 percento delle popolazioni di mammiferi marini del Mediterraneo e al sovrasfruttamento dell’80 percento degli stock ittici. Piccole oasi felici sono risultate essere le Aree Marine Protette e, soprattutto, le zone nelle quali vige il divieto di pesca le “no take zone” che, allo stato attuale, coprono solo lo 0,04 percento del bacino mediterraneo.
Da qui l’esigenza di aumentale la superficie marina protetta, in particolare modo le aree di tutela integrale e la scelta di svolgere l’azione pilota del progetto MAVA a Torre Guaceto.
Piccolo excursus. Nel 2019, il Consorzio di Gestione dell’AMP ha avviato presso l’allora Ministero dell’Ambiente la procedura per l’ampliamento della riserva fino a farne coincidere i confini con l’attuale ed omonima Zona Speciale di Conservazione (da Villanova, Ostuni, a Punta Patedda, Brindisi). L’idea sostenuta fortemente dai pescatori professionali di tutto il territorio di riferimento, è stata ripresa in mano con il progetto Mava e migliorata.
Coordinati dal WWF Italia e dal Consorzio di Torre Guaceto, forze dell’Ordine, enti territoriali, pescatori professionali e ricreativi, diportisti e associazioni sportive si sono riuniti e, oltre a sposare la necessità di ampliamento dell’AMP, hanno deciso di fare un passo in avanti, quello di creare due nuove zone con divieto di pesca: una da 600 ettari a largo di Torre Pozzelle (Ostuni) e una di 90 ettari a largo di Giancola (Brindisi).
Non solo, si è deciso di avviare un tavolo partecipato per la cogestione della pesca nella nuova e più grande AMP di Torre Guaceto che, nei territori riportati, partirà dai 10 metri di profondità.
Il grande lavoro condotto dalla comunità del mare e dai partner Mava, è stato inoltrato al Ministero della Transizione ecologica che, già negli ultimi giorni, ha messo in moto la macchina amministrativa che permetterà l’ampliamento di Torre Guaceto così come definito.
L’illustrazione degli sforzi fatti e dei grandi risultati raggiunti è stata presentata presso lo Snim nell’ambito del convegno molto partecipato nel quale hanno relazionato gli stakeholders del territorio e gli esperti di settore.
Hanno fatto gli onori di casa Giuseppe Meo, presidente del Salone Nautico di Puglia, Giuseppe Danese, presidente del Distretto Nautico di Puglia, Fabrizio Coke, comandante della capitaneria di porto di Brindisi. Moderati dal presidente del Consorzio di Gestione di Torre Guaceto, Rocky Malatesta, sono intervenuti Isabella Pratesi, direttrice del Programma conservazione del WWF Italia; Nicolò Carnimeo, docente del Dipartimento Jonico dell’Università degli studi di Bari; Andrea Zanella, esperto pesca e pianificazione dello spazio marittimo del WWF Italia e Alessandro Ciccolella, direttore del Consorzio di Torre Guaceto; Lara Marchetta, delegata WWF Puglia e vicepresidente del Consorzio di Torre Guaceto, e Salvatore Livreri Console, direttore dell’AMP Isole Egadi, che hanno trattato il tema della nautica sostenibile. Ha chiuso i lavori congressuali Anna Grazia Maraschio, assessore all’Ambiente della Regione Puglia, che si è detta soddisfatta per i risultati ottenuti ed ha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dalle AMP con il coinvolgimento delle comunità.
“L’esito del progetto MAVA per noi è molto confortante e riafferma ancora una volta quanto sia importante nelle aree protette condividere i processi di sviluppo e di cambiamento, coinvolgendo sin dal primo momento tutti i portatori di interesse del territorio – ha dichiarato il presidente Malatesta – Se a Torre Guaceto è stato possibile raggiungere tale traguardo in così breve tempo è perché questa modalità operativa noi la adottiamo da sempre, ottenendo che l’intera comunità cresca coesa e consapevole e che si innalzino costantemente gli standard di qualità ed efficacia delle nostre azioni di tutela ambientale. Grazie al WWF per questo fruttuoso percorso e grazie alla nostra comunità di pescatori, i veri protagonisti del cambiamento possibile e realizzabile”. Il percorso intrapreso non può che essere un esempio per tutti.