Le piante soffrono e col riscaldamento globale tendono a diventare più piccole, ma solo loro ci possono salvare

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    Le piante stanno diventando sempre più piccole perché devono conservare acqua e il nutrimento a causa della siccità sempre più frequente. Rischiamo tra decenni di vedere tanti bonsai, anziché alberi normali. È il fenomeno della nanizzazzazione di cui parla oggi sulle colonne del Corriere della Sera, il professore di arbicoltura generale ed etologia all’Università di Firenze, Stefano Mancuso. Lo studioso sostiene che le radici possono prevenire gli ostacoli e che, quindi, anche le piante hanno una loro forma di intelligenza. Qualsiasi agrume ha rischiato di estinguersi nei secoli e si è evoluto per sopravvivere. Il mondo vegetale rappresenta il 99,7% della vita sul nostro pianeta. Le piante si muovono con le loro radici, vivono e ci salveranno dal surriscaldamento globale, solo se noi sapremo proteggere i polmoni verdi di questo pianeta. Un recente studio sui lecci della Catalogna, regione molto secca e per certi aspetti simile all’Italia, ha dimostrato che questi alberi si sono spostati verso l’alto salendo di 300 metri.

    Oggi gli alberi sono la soluzione concreta al problema del riscaldamento globale per la loro capacità di assorbire anidride carbonica: abbiamo, quindi, la soluzione per la sopravvivenza dei nostri pronipoti, ma è necessario capire che il futuro sarà fatto di tecnologie basate sulla vita. In altre parole, tutti gli investimenti nel “verde” sono più redditizi di qualsiasi altra spesa: i rimboschimenti ci proteggeranno dall’incubo di un pianeta desertificato. Stiamo pagando gli errori degli anni passati con una siccità che prosciuga l’acqua, ma abbiamo già invertito la rotta. Il professore Mancuso propone un cambiamento di prospettiva: considerare il mondo vegetale non solo come qualcosa di utile alla produzione agricola, ma come esseri che si nutrono, vivono, muoiono, si evolvono, si adattano e ci proteggono. Gli alberi combattono con noi per l’equilibrio del pianeta. Le piante soffrono, sono stressate e ultimamente stanno subendo un fenomeno di nanizzazione che impone di proseguire sulla via di una gestione migliore dell’acqua, soprattutto in agricoltura, e di accelerazione della transizione ecologica globale.