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Gas a prezzi stellari, energia sempre più cara. La Germania non chiude il nucleare e l’Italia è lenta sulle rinnovabili

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Sale sempre di più il costo dell’energia ricavata dalle fonti fossili, mentre facciamo lievitare i tempi per fare vita agli eolici off-shore italiani. Il prezzo del gas ha raggiunto livelli insostenibili a causa della riduzione delle forniture da parte della Russia, che da alcune settimane non soddisfa gli standard previsti. Ma a questi problemi si aggiungono altri guai collaterali: in Italia a causa della siccità è quasi dimezzato l’idroelettrico. In Francia sono spenti 20 dei 58 reattori nucleari per manutenzione: il calo di offerta da queste fonti fa salire il prezzo dell’energia. Rischieremmo presto di ritrovarci bollette triplicate, dopo il raddoppio di quest’anno. In Germania il Reno in secca mette in crisi il trasporto di carbone e di prodotti petroliferi, facendo lievitare i prezzi e spingendo le utility a usare più gas, il cui prezzo continua a lievitare per i timori di nuove sforbiciate da Mosca.

Siamo in un circolo vizioso, ancora legati mani e piedi ai combustibili fossili, che continuano a devastare la nostra economia. Il gas sul mercato europeo costa 10 volte di più rispetto all’anno scorso. Ecco perché il cancelliere Olaf Scholz ha dichiarato che la Germania valuta di non chiudere per dicembre le tre centrali nucleari alle quali tutti i tedeschi volevano dare l’addio. Inoltre, il governo tedesco ha previsto un nuovo rincaro sulla bolletta elettrica per i consumatori di gas. Tutto contribuisce a far lievitare i costi della nostra bolletta energetica, persino la siccità, dovuta ai cambiamenti climatici, che ha prosciugato i fiumi diminuendo l’energia da fonti idroelettriche. La crisi idrica sta creando problemi anche al nucleare in Francia. Poi c’è la guerra del gas, quella che ha scatenato le violenze fratricide della Russia sull’Ucraina, che ci coinvolge ogni giorno di più, visto che Gazprom ha annunciato che i prezzi europei del metano potrebbero salire ancora del 60%, superando i 4.000 dollari per 1.000 metri cubi quest’inverno. Insomma, per noi italiani si preannuncia una stagione molto fredda, mentre con le nostre burocrazie sonnecchiamo e non realizziamo gli impianti di energia rinnovabile di cui avremmo urgente bisogno. Serve una spinta, una maggiore velocità, una politica che liberi dalla morsa dei burocrati e dei finto-ambientalisti tutti i progetti sull’energia pulita. Serve la buona politica energetica.