Direttiva SUP, tutte le aziende si preparano all’addio a piatti, bicchieri e posate monouso. Si vira sul biocompostabile

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    VERONA – Gli oggetti di plastica monouso ha le ore contate. La Direttiva europea “SUP” (Single Use Plastics) del 2019 è stata emanata  con l’obiettivo di contrastare l’inquinamento da plastiche monouso, favorire la transizione a un nuovo modello di economia circolare e dare impulso a dei modelli imprenditoriali sostenibili e innovativi. È un cambiamento epocale imposto a tutte le aziende per una drastica riduzione dell’utilizzo di stoviglie monouso in plastica. C’è chi ne ha approfittato per fare business o riconvertirlo: alcuni produttori italiani con sede a Verona, che occupano una posizione di leadership europea, sono impegnati in un processo di conversione, e propongono stoviglie in materiali alternativi e compostabili. Una plastica che finisce in mare ci mette centinaia di anni a degradarsi e nel frattempo fa danni enormi all’eco-sistema, il monouso biocompostabile si estingue nel giro di qualche mese. Insomma, la vera svolta è quella di evitare materiali monouso, ma se è proprio necessario utilizzarli bisogna puntare su quelli compostabili. Nelle scorse ore l’Europa ha avviato i negoziati con l’Assemblea dell’Ambiente delle Nazioni Unite per un accordo globale giuridicamente vincolante che mira a ridurre e, infine, eliminare l’inquinamento da plastica. La direttiva SUP tende ad eliminare, oltre alla plastica PET e al poliestere espanso, anche tutto il mondo della plastica oxo-degradabile: si tratta di quei prodotti a cui vengono aggiunti additivi per accelerarne la biodegradazione e la frammentazione in piccoli elementi e che diventa un punto di partenza estremamente prolifico per l’inquinamento da microplastiche (che poi finiscono nel pesce e sulle nostre tavole).

    LE AZIENDE SI PREPARANO ALLA SVOLTA 

    Negli ultimi anni il tema della sostenibilità ha avuto un impatto crescente sul comparto della produzione di oggetti monouso. La sfida è conciliare la domanda di tali oggetti, per certi aspetti crescente in relazione agli attuali stili di vita, con la necessità di ridurre i consumi, riciclare i materiali e diminuire l’utilizzo di risorse. Sono questi di fatto gli obiettivi perseguiti dalla ISAP Packaging Spa, leader mondiale nella produzione di oggetti monouso quali bicchieri, piatti, posate, ciotole, insalatiere, coppe e flutes, in plastica o altro materiale. Impresa con due sedi italiane, a Verona e Catania, da sempre investe risorse nello studio di soluzioni innovative e sostenibili, anche tramite la collaborazione con FCPLAB – ISAP Packaging S.p.A. Food Contact Packaging, il laboratorio di analisi accreditato collegato all’azienda.

    Oggi dall’azienda escono quasi due milioni di pezzi al giorno di stoviglie ed imballaggi monouso realizzati in materiali alternativi alle plastiche tradizionali: si tratta soprattutto di bicchieri, piattini, stoviglie ed altri oggetti per il settore ristorazione o eventi che possono essere smaltiti come rifiuti nella frazione umida o nella carta.
    Rispetto alla crescita dei volumi di imballaggi compostabili immessi sul mercato, anche la filiera della gestione dei rifiuti si sta attrezzando: crescono infatti gli impianti di compostaggio in grado di compostare questi oggetti –dopo opportuno trattamento- alla stregua degli scarti di cibo e di altri rifiuti organici.
    ISAP Packaging utilizza diversi materiali alternativi alle plastiche, come la bioplastica PLA (acido polilattico), anche nella versione “cristallizzata” (C-PLA), fornendosi soprattutto dal produttore leader mondiale, NatureWorks LLC. Nella versione cristallizzata il PLA è in grado di resistere a temperature più calde, come quelle tipiche di thè o caffè. Altro materiale utilizzato da ISAP Packaging è la polpa di cellulosa, realizzata con fibre vergini derivanti dalla lavorazione della canna da zucchero e di altre piante. In grande espansione è anche la produzione di oggetti in cartoncino, perlopiù accoppiato a plastica o a bioplastica. Ecokay è il nome scelto per la linea di prodotti realizzati in materiali alternativi alla plastica 100% biodegradabili e compostabili.
    Rispetto alle potenzialità dei diversi materiali, ISAP ha un atteggiamento assolutamente “laico”, ispirato al principio “non esistono materiali o prodotti buoni o cattivi, ma comportamenti giusti o sbagliati”.
    In linea con questa filosofia, le plastiche tradizionali continuano ad avere un posto importante nel portafoglio di prodotti di ISAP, anche perché la plastica resta –per molte applicazioni- il materiale più prestazionale, e sempre il più economico.
    Quando poi i prodotti in plastica vengono utilizzati in presenza di sistemi di raccolta che funzionano, e quindi non vengono dispersi nell’ambiente ma avviati a riciclo, allora il concetto di economia circolare trova forse la sua migliore applicazione.
    Per questo ISAP Packaging continua ad investire in competenze e tecnologia orientata all’utilizzo di plastiche riciclate adatte a garantire la sicurezza per il contatto alimentare.
    Dal 2013 infatti la ISAP Packaging realizza oggetti in R-PET (PET da riciclo) che hanno ottenuto la certificazione “Plastica Seconda Vita”: un sistema di certificazione ambientale di prodotto dedicata ai materiali ed ai manufatti ottenuti dalla valorizzazione dei rifiuti plastici, il primo in Europa che introduce il concetto di qualità delle plastiche di riciclo e di rintracciabilità dei materiali riciclati. Ecco un altro esempio di produzione smart e sostenibile nel campo della produzione di materiale monouso: molte multinazionali si stanno adeguando. Bisogna fare presto: lo dobbiamo al nostro mare.