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Canne fumarie, tubazioni, tetti, serbatoi per l’acqua: l’amianto cancerogeno è ancora tra noi! Pochi gli incentivi, troppi gli abbandoni. Un impianto sperimentale di smaltimento

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C’è un materiale pericolosissimo che ancora troviamo nelle scuole, negli isolamenti termici delle pareti di tantissime abitazioni, negli ospedali, nelle canne fumarie, nelle tubazioni, sui tetti, nei serbatoi per l’acqua: l’amianto è ancora tra noi! Sappiamo che è un elemento che minaccia le nostre vite quando si sgretola e si disperde nell’aria, ma lo Stato non ha mai posto in essere una vera azione di smaltimento collettivo. È stato imposto di tutto: mascherine e lockdown per il covid, ma non un’operazione anticancerogena collettiva come quella dello smaltimento del velenosissimo eternit.

Ieri, 28 aprile 2022, è stato un giorno particolare: ricorrono i 30 anni dall’entrata in vigore della Legge 257/92: non si possono dimenticare che le vittime debbono ottenere giustizia. Tra le vittime dell’amianto, non possono essere ignorati coloro che hanno svolto servizio nelle Forze Armate e nel Comparto di Sicurezza.

L’IMPIANTO INNOVATIVO, UNICO A LIVELLO NAZIONALE, PER LO SMALTIMENTO: ATTIVITÀ SOSPESA, SI RIPRENDERÀ CAMBIANDO METODO DI TRITURAZIONE

Esiste un impianto innovativo sperimentale a Cavallino (Lecce) per smaltire questo veleno senza emissioni rischiose per l’ambiente. Con Determinazione Dirigenziale n. 161 del 07/02/2020, la Provincia di Lecce ha rilasciato l’autorizzazione unica per l’attività di esercizio di un piccolo prototipo sperimentale allestito dalla società P.R.A. Project Resource Asbestos nella zona industriale di Cavallino. Il prototipo viene utilizzato per svolgere, sotto la supervisione del Ministero dell’Ambiente, un’attività di sperimentazione e sviluppo di un innovativo metodo di trasformazione molecolare dell’amianto, messo a punto e brevettato dal Laboratorio di Strutturistica Chimica Ambientale e Biologica (LEBSC) dell’Università di Bologna diretto dal Prof. Norberto Roveri. Di recente è cambiato il sistema di triturazione dell’eternit: ora si fa con l’acqua, anziché in aria, in ambiente chiuso. Con l’ok del Ministero riprenderà l’attività sperimentale attualmente sospesa. Questa nuova metodologia, che si basa su processi chimici che avvengono in reattori ermetici e senza alcun rilascio di emissioni in atmosfera, sfrutta, nella sua fase iniziale, le proprietà acide del siero di latte esausto e la sua capacità di aggredire e decomporre a temperatura ambiente la matrice cementizia dell’eternit (il tristemente noto materiale edilizio costituito da una miscela di cemento e amianto). Le fibre di amianto liberate dalla matrice cementizia vengono quindi fatte reagire a temperature moderatamente alte (circa 150 °C) con acido fosforico ed alluminio, che completano il processo di trasformazione molecolare dell’amianto. Tale trattamento denatura due inquinanti (amianto e scarti acidi del settore agroalimentare) recuperando metalli (Mg, Ca, Ni, Mn) e producendo carbonato di calcio nano-strutturato per l’edilizia e per idropittura, oltre a fanghi organici utilizzabili come fertilizzanti per l’agricoltura. Questo tipo di lavorazione iniziale ora è stata modificata con l’aggiunta dell’acqua. 

LO SMALTIMENTO DELL’AMIANTO

Oggi smaltire l’amianto costa mediamente dai 400 agli 800 euro a tonnellata e molti se lo tengono, oppure lo abbandonano nelle campagne. L’iniziativa sperimentale di Cavallino (LE) portata avanti da P.R.A. S.r.l., ispirata ai principi della cosiddetta “economia circolare”,rappresenta l’alternativa futura e sostenibile alle discariche mono-dedicate e mira a fornire un contributo decisivo per bonificare l’ambiente dall’amianto, un materiale diffusissimo sul territorio, in quanto costituente primario dei manufatti in eternit, utilizzati per decenni nel campo dell’edilizia. Secondo le stime del Piano Regionale Amianto, nel solo territorio pugliese sono presenti circa 1,7 milioni di metri cubi di coperture in eternit ancora da bonificare. I costi alti stanno frenando l’eliminazione di un veleno che dovremmo restituire a un triste passato.