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Il Mediterraneo è troppo caldo e l’aria del nord provoca nubifragi: rara un’estate come questa, ma i dubbi sui cambiamenti restano

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I fenomeni atmosferici come quelli che stiamo vivendo quest’estate sono sempre accaduti, però vengono acuiti dalla crisi climatica: è questa in estrema sintesi la spiegazione che ci danno gli esperti riguardo a questa stagione fatta di caldo desertico, uragani, trombe d’aria e nubifragi improvvisi. Quello che sta accadendo oggi lo ha spiegato sulle colonne del Corriere della Sera Antonio Navarra, fisico e presidente del Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici: le precipitazioni nascono da un contrasto tra una massa d’aria molto fredda che viene dal Nord Europa e una molto calda che stava su tutto il Mediterraneo. Come in una pentola che bolle, il caldo e il freddo che si scontrano provocano precipitazioni. Più il contrasto e forte e più violenti sono i fenomeni atmosferici. Nel Mediterraneo l’aria e il suolo sono diventati eccezionalmente caldi e le temperature marine erano molto alte: appena si è manifestato un vortice di aria fredda si sono create le precipitazioni estreme. L’energia presente nell’atmosfera è stata devastante.

L’Italia, dunque, in questo periodo si presenta spaccata in due, con l’aria calda sud e l’aria fredda al Nord: situazione che dà vita a tutta una serie di violente precipitazioni. Il cambiamento climatico ha fatto la sua parte: l’aumento dei gas serra rende questi fenomeni più frequenti e più violenti, secondo gli esperti. La scienza sta solo cercando di capire se un’estate come questa sarà rara o ritornerà una stagione simile sempre con più frequenza. La domanda a cui si cerca di rispondere è tutta qui. Oggi però è necessario fermarsi a riflettere su come affrontare questi cambiamenti climatici anche sul piano infrastrutturale. Se al nord e gli uragani cominciano a diventare così frequenti e se al sud un caldo desertico non è più raro, è necessario prendere le contromisure, anche nella costruzione degli edifici e nella gestione delle risorse idriche ed energetiche. Dunque, bisogna cominciare a pensare a come intervenire per preservare i nostri beni architettonici e culturali, ma anche a come progettare lo sviluppo delle città in un contesto climatico mutato. Secondo gli esperti, il clima del Mediterraneo nella fase estiva sta diventando sempre più tropicale, allungando  progressivamente il periodo caldo, con tutti i problemi che ne derivano. È il tempo di agire.