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I francesi passano all’azione: fotovoltaico su ogni casa, nelle autostrade ed eolico off-shore, ma le tempistiche, come in Italia, sono un guaio. La conferenza di Sharm el-Sheikh

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PARIGI – I potenti del mondo, insieme ai paesi in via di sviluppo, si incontrano a Sharm el-Sheikh, nel Summit Cop27, per affrontare la crisi climatica del pianeta: una questione che non può essere più rimandata, visto che si prevede un aumento globale delle temperature addirittura fino a 3 gradi. Questo significa inondazioni, incendi, desertificazione, aumento dei virus, povertà, migrazioni e tutta una serie di guai che non possiamo più ignorare. Si comincia a discutere dei soldi che i paesi più ricchi devono dare a quelli più poveri come rimborso per i danni che questi ultimi hanno subito per via della crisi climatica che non hanno contribuito a creare. Poi, i paesi si impegneranno in una campagna, che sarà anche infrastrutturale di riduzione delle emissioni. Si tratta di passare dalle parole ai fatti in un momento in cui abbiamo riacceso le centrali a carbone e puntiamo ancora sui rigassificatori. La Francia sta facendo quello che gli ambientalisti chiedono da tempo: una rivoluzione guidata dallo Stato che nel giro di pochi anni permetta di passare su ogni tetto e su tutte le autostrade dei pannelli fotovoltaici.

Si tratta di organizzare squadre e interventi a tappeto con finanziamenti pubblici che oggi possono essere immessi nel circuito economico e che sono più che redditizi anche sul piano del ritorno economico. Tra l’altro la Francia sta liberando dai lacci burocratici anche tutti i progetti di impianti eolici off-shore, che producono una quantità enorme di energia pulita, con un impatto paesaggistico minimo (circa un centimetro nella visuale panoramica), se realizzati con i sacri crismi. L’obiettivo di Macron consiste nel moltiplicare per 10 la capacità di produzione di energia solare, entro il 2050, per superare i 100 GW. In più i cugini francesi daranno vita a 50 parchi eolici in mare per raggiungere i 40 GW. Tra l’altro la Francia non vuole rinunciare nemmeno al nucleare per ora: una scelta piuttosto rischiosa, nonostante il vantaggio economico che per ora sta sfruttando. La grande marcia francese verso le rinnovabili, come in Italia, deve fare i conti con le tempistiche: ci vogliono in media 5 anni di procedure per costruire un parco solare, 7 anni per un parco eolico e 10 per un parco eolico offshore. È questa la vera grande sfida, ora che i soldi ci sono: superare il dilatarsi dei tempi, la pigrizia burocratica e velocizzare le infrastrutture. Eppure, anche l’Italia ha bisogno di una scelta decisa: un decreto che finanzi il fotovoltaico su ogni casa, ogni stalla, su tutte le autostrade e in ogni impianto industriale.