Balneari, le nuove regole puntino sulle “ecospiagge”. Il decalogo di Legambiente

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    ROMA – In questo periodo si torna a parlare di balneari, perché il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla riforma. Annullata la proroga fino al 2033 delle concessioni: dal 2024 via alle gare. Il governo, con questo nuovo intervento, ha ha deciso di fare quello che è stato anche suggerito nel rapporto di Legambiente del 2021: garantire l’equilibrio tra aree demaniali in concessione e aree libere o libere attrezzate, servizi e accessibilità. Entro sei mesi arriveranno i decreti per gare che dovrebbero puntare su una maggiore concorrenza e più servizi. È questo il momento più importante per puntare sulle spiagge sostenibili, quelle rispettose dell’eco sistema, che puntino sul lidi poco impattanti ed edificati o riconvertiti con materiali “green”. È proprio Legambiente a suggerire la strada da seguire, nel suo rapporto sulle coste italiane, interessate da anni dal fenomeno dell’erosione. C’è addirittura un marchio in campo: “Ecospiagge per tutti”, che nasce dalla col- laborazione tra Legambiente e Village of All, società che si occupa di Ospitalità Accessibile e Inclusiva. Il marchio viene assegnato agli stabilimenti balneari italiani che si impegnano nell’adozione di misure di sostenibilità ambientale e di strumenti chiamati a garantire adeguati standard di accessibilità e ospitalità per le persone portatrici di disabilità.

    L’anno scorso è nata a Pescara la prima ecospiaggia con giardino dunale. Esiste un decalogo per raggiungere il pieno rispetto ambientale: raccolta differenziata, riduzione della produzione dei rifiuti, riutilizzo e resa degli imballi; tecnologie per il risparmio energetico, efficientamento, energia da fonti rinnovabili; risparmio idrico; riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche per le pulizie, recupero acque meteoriche; alimenti bio, possibilmente a chilometro zero, che includano anche menù per celiaci e vegani; prodotti tipici e piatti della tradizione; promozione dei mezzi di trasporto pubblico e dell’utilizzo di mezzi ecologici, informazioni su mobilità sostenibile nell’area; libero accesso alla battigia per tutti clienti e non; attenzione alle esigenze di persone con disabilità. A tutto questo si deve aggiungere la promozione della cultura del rispetto ambientale e della difesa del paesaggio.

    Questo implica la necessità di puntare su prodotti con certificazioni di eco-sostenibilità, con poco imballo, riutilizzabili, riciclabili e a rendere. Ma non finisce qui: l’ecospiaggia punta sulla promozione dei beni culturali e naturali, sull’informazione relativa a eventi culturali e manifestazioni tradizionali. Inoltre, bisogna garantire che non ci sia inquinamento acustico. I venti dell’ “eco-cambiamento” soffiano sempre più forti! Adesso spetta al legislatore, con le nuove concessioni, fare in modo che le nostre spiagge diventino sempre più “green”.