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Stop all’invasione del cemento sulle coste, spiagge libere e rinaturalizzate, demolizioni dei “mostri edilizi” e lotta all’erosione

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Il futuro delle straordinarie coste che baciano il mare italiano è segnato da una serie di regole che hanno ormai impresso una svolta: stop al cemento, demolizioni delle costruzioni abusive, spiagge sostenibili, che vanno oltre al concetto della semplice fruizione balneare e approdano al concetto di rinaturalizzazione, con strutture leggere e smontabili per offrire servizi e riaccogliere la natura incontaminata. Il Piano delle coste in Puglia sta avviando la transizione ecologica nelle marine, dando più spazio alle spiagge libere e modulando le concessioni sulla base dei cambiamenti determinati dal fenomeno dell’edizione costiera. A Lecce, primo tra i comuni pugliesi, è stato dato il via libera al Piano Comunale delle Coste. Il Piano Comunale delle Coste è lo strumento di assetto, gestione, controllo e monitoraggio del territorio costiero comunale, redatto in coerenza al Piano Regionale delle Coste (P.R.C.) e ai pareri degli enti sovraordinati.

Grazie alla pianificazione costiera, il Comune può facilitare e accelerare la transizione ecologica delle proprie spiagge a favore  dello sviluppo sostenibile, promuovendo la valorizzazione del settore turistico balneare e altri usi demaniali diversificati, sportivi, culturali e naturalistici, in armonia con la tutela del paesaggio e dell’ambiente, e garantire il diritto dei cittadini all’accesso e alla libera fruizione del patrimonio naturale pubblico. In tutta Italia si sta affrontando il problema dell’erosione con una pianificazione puntuale. In Liguria spariscono le famose “fasce” che svolgevano il ruolo di contenere e trattenere il terreno sui rilievi: la natura si ribella. I danni sono seri: le avversità atmosferiche portano tonnellate di detriti sulle coste. Manca la sabbia, che viene sostituita da ripascimenti, con aggiunte di massicciate e pennelli. Ma le opere rigide peggiorano la situazione, come spiega Lorena Sablone, Legambiente Liguria: “È stato snaturalizzato il litorale con progetti vetusti e rigidi, mentre l’ambiente è in continua trasformazione. Il vero progetto nel quale investire sarebbe la prevenzione che non deve riguardare solo il waterfront ma anche l’entroterra”. Per gli ambientalisti è venuta l’ora della svolta e tanti comuni cominciano a muoversi con programmazione e regole intransigenti: le nostre coste ora possono essere difese adeguatamente, dopo anni di scempi e cementificazione.